Dallo stesso autore di questo blog: Carmine Colella

sabato 28 aprile 2018

Come scrivere il miglior testo possibile nel minor tempo possibile



Non importa a quale scopo tu voglia scrivere un testo, potresti aver sempre voluto scrivere un libro, potresti voler scrivere un post per promuovere un prodotto oppure, più semplicemente, potresti aver bisogno di scriverlo per motivi accademici, non importa quale sia il motivo perché il trucco che sto per rivelarti vale per ognuna di queste cose.

Il trucco consiste nel darti un tempo massimo per portare a termine il lavoro.

So che sembra strano, ma posso assicurarti che minore sarà il tempo che ti darai e migliore sarà il pezzo che scriverai.

Ovviamente questo trucco da solo non basta, c'è la necessità di pianificare bene il lavoro, ma, già da sola, questa strategia potrà migliorare drasticamente la tua velocità e la tua abilità di scrittura.

La prima cosa che ti consiglio di fare è comprare subito un timer, un cronometro o anche una semplice clessidra e metterti subito all'opera.

Buon lavoro!




sabato 14 aprile 2018

La rinascita




Il viaggio era stato lungo e pericoloso, aveva affrontato sfide che avevano messo a dura prova la sua resistenza e credeva che questo avesse fatto di lui un persona migliore, ma il tempo era passato e nessuno dei suoi sogni si era avverato.

Accasciato in un angolo sporco di una via trafficata, si sorprese a chiedere l'elemosina. Nel suo paese non l'avrebbe mai fatto. Lì la sua vita non era perfetta, ma almeno aveva i suoi cari, i suoi profumi e, soprattutto, la sua dignità.

Il tintinnio di una moneta lo risvegliò dalla cupezza dei suoi pensieri. Un passante distratto aveva lanciato pochi centesimi nel piattino lurido che giaceva ai suoi piedi. 

Lo afferrò e rincorse l'uomo. Dopo averlo ringraziato per il suo gesto gli riconsegnò la moneta, si scusò per avergli fatto perdere tempo, con il poco della lingua di quel paese che riusciva a padroneggiare, e andò via. Come se si stesse strappando di dosso le vesti della sconfitta di cui si era coperto in quei mesi, cominciò a camminare lungo la strada e, in ogni piattino per le elemosine che incontrava, riponeva una delle monete che gli erano state donate quel giorno.

Quando anche l'ultima non ci fu più, senza esitare nemmeno un attimo, si diresse veloce verso l'ambasciata del suo paese per poter tornare a casa.

Mentre avanzava rapido verso il grande cancello, sentì come la carezza calda della sua terra fargli vibrare l'anima.

Proprio ad un passo dalla sua meta una voce alle sue spalle disse: "Aspetta!"
Si girò curioso e riconobbe subito l'uomo a cui aveva ridato la moneta.

L'uomo gli spiegò che lo aveva seguito e lo aveva colpito molto quello che gli aveva visto fare.
Gli chiese di restare e che gli avrebbe offerto un contratto di lavoro stabile nella sua industria, se avesse deciso di continuare sulla strada di cambiamento che aveva intrapreso.

Mentre ancora il richiamo della sua terra gli sfiorava le spalle, una lacrima, silenziosa e grata, solcò il suo viso per accettare quella nuova sfida.

mercoledì 11 aprile 2018

Racconti



In questa sezione puoi trovare alcuni miei racconti di genere motivazionale e di crescita personale.

A volte un messaggio passa più facilmente se lo leggiamo in una storia che in un manuale e questo è il senso di questa sezione di Secret Mind Blog.

Ti auguro buona lettura!

1) Per Nove

2) La rinascita
 


Carmine Colella

Per nove



Non gli importava del dolore, non gli importava degli insulti, quello che aveva fatto era giusto, il resto erano solo dettagli. Quando aveva visto quel compagno di classe in balìa di quel gruppo di bulli non aveva potuto fare a meno di intervenire. L'unica colpa di quel povero ragazzo era di essersi sempre impegnato nello studio e di aver preso sempre buoni voti. Come quei piccoli delinquenti anche lui non era particolarmente portato per lo studio, al punto di essere seriamente a rischio bocciatura, ma questo non gli sembrava certo un motivo valido per attaccarlo.

La decisione l'aveva presa d'istinto, si era lanciato, l'aveva difeso e, sebbene gli fosse costato un sacco di botte, non si era mai sentito più soddisfatto.

Mentre aiutava quel nuovo amico a rialzarsi tutto si sarebbe aspettato tranne che questi gli si lanciasse al collo per stringerlo forte in un abbraccio. Non gli aveva mai parlato prima, ma era come se si conoscessero da una vita. "Grazie" disse il ragazzo in lacrime, "grazie per il tuo coraggio, non lo dimenticherò mai". 

Non sapeva se fosse vero, non gli importava davvero, sapeva di aver fatto la cosa giusta e tanto gli bastava.

Dopo essersi salutati si avviò a casa sua e, rapidamente, i suoi pensieri tornarono all'interrogazione del giorno seguente, sapeva che se non fosse andato bene sarebbe stato bocciato, ma ci aveva provato e la tabellina del nove proprio non riusciva a ricordarla.

Ancora una volta pensò di essere stupido e che, probabilmente, la bocciatura era quello che meritava.

Non dormì, ma, nonostante tutto, il giorno dopo era pronto ad affrontare il suo destino.

Attese nervoso il suo turno di essere chiamato alla cattedra e, mentre i bulli del giorno prima, uno dopo l'altro, non riuscirono a rispondere alle domande del professore, vide un foglietto accartocciato atterrare sul suo banco.

Non capì da dove fosse arrivato, lo aprì e lesse.

Quello che c'era scritto lo lasciò interdetto: grazie per avermi aiutato, amico mio, abbi fiducia in te e ricorda che la soluzione è nelle dita che precedono e che seguono quello corrispondente al dito del numero che dovrai moltiplicare per nove. Apri le mani e guardale, ORA!

Gli ci volle un pò per capire, ma non era così stupido come credeva e alla fine gli fu chiaro.
In quel momento sentì il professore chiamare il suo nome, non aveva nemmeno avuto il tempo di provare se quel trucchetto funzionasse.

Dopo le minacce di rito del professore, riguardo all'imminente bocciatura se anche quel giorno avesse fallito, arrivò la temuta domanda: "quanto fa sette per nove?".

Quasi senza aspettare, già convinto che non avrebbe risposto, il professore poggiò la penna sul registro, ma stavolta la risposta arrivò: "sessantatré".

Stupito il professore lo guardò convinto che fosse stato un caso e si fosse buttato a indovinare. "Quanto fa otto per nove?" chiese ancora il professore.

Come la volta precedente premette sul palmo della mano il dito corrispondente al numero da moltiplicare per nove e stavolta era il medio della mano destra. restavano sette dita prima e due dopo, ora sapeva che la risposta era... "settantadue" disse convinto.

Alla fine gli fu chiesta l'intera tabellina del nove e non sbagliò mai.

Per ora era salvo e, mentre tornava incredulo al suo posto, in una classe di increduli, con alle spalle un professore ancora più incredulo, incontrò gli occhi dell'amico che l'aveva salvato e stavolta fu lui a sussurrare "grazie!".